martedì 30 agosto 2016

I Norreni #1: Yggdrasil, l'Albero Cosmico


In questo percorso condividerò con voi quello che leggo riguardo alla cultura nordica.

Per gli uomini dell'antichità gli alberi rivestivano un ruolo importante: permettevano di scaldarsi, di procurarsi armi con cui cacciare e del cibo. Per questo non sorprende che in molte culture venissero venerati.
Giusto per fare qualche nome, per i celti, i sassoni e i norreni l'asse del mondo era considerato un albero.
Il frassino Yggdrasill è il sostegno del mondo e la sede degli dei norreni: i suoi rami si estendono sul mondo, coprendo il cielo, ha tre radici che si diramano in direzioni differenti: una si trova fra gli Aesir, la seconda presso i giganti, vicino alla fonte di Mimir, dove una volta c'era il Ginnungagap (la voragine prima della creazione), mentre l'ultima si trova nel Niflheimr, sotto cui c'è il pozzo Hvergelmir. Al centro invece troviamo il Miðgarðr, la terra degli uomini, la cui traduzione può essere "spazio dentro il cerchio", ed è circondato dall'oceano.


Presso la radice nel territorio degli Aesir si trova la fonte di Urðr, dove vivono le Norne, che donano a ogni uomo la sua sorte al momento della nascita.
Allora Gangleri disse: «Se le Norne determinano i destini degli uomini, allora li ripartiscono in modo ineguale: taluni hanno una vita buona e ricca, ma altri non hanno ricchezza né onori; taluni vita lunga, altri breve». 

Hár dice: «Le Norne buone di grande stirpe procurano una vita buona. Ma quegli uomini che incappano nella sventura, lo devono alle Norne maligne.»

[Edda, Snorri, Gylfaginning, 15]

Le Norne più importanti sono Urðr, Verðandi e Skuld: esse si prendono cura dell'Yggdrasill perché non marcisca, irrorando i rami con l'acqua della fonte e argilla.
Nel territorio dei giganti c'è la fonte di Mimir, la cui acqua è in grado di donare saggezza. Infatti Mimir, il guardiano, possiede la conoscenza poiché beve ogni giorno l'idromele della fonte con il corno Gjallarhorn. 
Tutto io so, Odhinn,
dove hai nascosto il tuo occhio,

nella fonte famosa di Mimir;
Mimir beve il met
ogni giorno

sul pegno di Valfödhr:

Che altro si vuol sapere? 
[Voluspá, strofa 28] 
Odino (Valfödhr) chiese il permesso di poter bere un sorso del met, l'idromele, ma in cambio dovete lasciare come pegno un occhio.
Presso la fonte di Urðr, ogni giorno, si tiene il consiglio degli dei che vi giungono a cavallo, attraversando il ponte Bifröst, che gli uomini vedono come un arcobaleno. Esso è fatto di tre colori, uno di essi è il rosso, che in realtà è fuoco ardente per tenere lontani i demoni, ma si dice che quando giungerà il Ragnarok, la fine del mondo, anche il Bifröst cadrà, perché su di esso passeranno i giganti del fuoco da Muspell. Il dio Heimdallr sta di guardia affinché i giganti non raggiungano gli Aesir.
L'Yggdrasill è popolato anche da numerosi animali: sulla cima c'è un'aquila, con il falco Vedrfolnir tra gli occhi; numerosi serpenti abitano le radici, nel Niflheimr; lo scoiattolo Ratatoskr corre lungo il fusto del frassino per riportare le astiose parole che si scambiano l'aquila e il serpente Níðhöggr; quattro cervi, Dáinn, Duraprór, Dvalin e Duneyrr, saltano tra i rami e brucano le foglie; e anche la capra Heiðrún e il cervo Eikpyrnir, che abitano nel Valhalla, si nutrono dell'albero. 
Dalle corna di Eikpyrnir, inoltre, cola l'acqua che forma il pozzo di Hvergelmir da cui hanno origine i fiumi del mondo; dalle mammelle della capra, invece, scorre l'idromele che sazia gli eroi.
Infine, si trova anche il gallo Víðópnir, nemico dei giganti, che annuncerà la fine degli dei. 

Fonti: - Immagine: Deviantart
- I miti nordici, Gianna Chiesa Isnardi
- Edda, Snorri Sturluson

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